Karpathos, la Pasqua ortodossa
Karpathos
La Giusta Distanza
Ritratti dalla Cambogia La mia fotografia celebra in maniera preponderante l’incontro, prediligo il ritratto, è un mio cruccio, una mia predisposizione, la mia passione. Quando sono in viaggio amo immergermi nel flusso della vita, con la fotocamera al collo vado in strada, osservo le persone, gli ambienti urbani, ne ascolto i rumori, ne aspiro gli odori. Può perfino accadere che bussi alle porte delle case, se magari mi attrae una musica o un vocio all’interno, entro nelle attività commerciali, fermo le persone per strada a chieder loro un ritratto. A volte accade: l’immagine si compone dinanzi a me... in un attimo tutto si compie, la luce è quella giusta, i colori sono ben armonizzati, la composizione è perfetta, i soggetti si offrono al mio obiettivo... basta fare “click”. Ritrarre uno sconosciuto è un po’ mettersi nei suoi panni, entrare in empatia, farsi accettare, relazionarsi. Qui trovate il volto della Cambogia che io ho incontrato, o forse cercato, fatta di incontri, di relazioni, di persone. Ci sono i ragazzi, che immagino proiettati in un futuro di riscatto e affrancamento della povertà, gli adulti operosi e gentili, gli anziani che negli occhi conservano le tracce di un passato tragico e funesto. Come il vecchissimo soldato con i tatuaggi rituali sul petto che lo avrebbero reso immortale in battaglia. I bambini che sono il futuro, sempre, in qualsiasi parte di mondo, qui ritratti nelle scuole pubbliche, o gestite da organizzazioni caritatevoli o confessionali, come il bambino di religione musulmana. Oppure nei monasteri, a volte un ripiego per le famiglie più povere affinché i figli, spesso numerosi, possano avere un’istruzione e piatto caldo; la ragazza universitaria sorpresa appisolata in treno; la ragazzina con lo sguardo sognante, distesa sul riso steso ad essiccare; il vezzo di ricercare le griffe della moda occidentale come nella foto della “Madonna con bambino”; la ragazzina con i libri in mano nel suo angolo-studio, con i fiori di plastica a voler ricercare bellezza nella sua baracca in lamiera, a poche decine di metri della più grande discarica pubblica di Siem Reap; il militare con alle spalle e sopra di lui tutta la catena di potere testimoniata dalle foto, onnipresenti, della bandiera nazionale, del re, attuale e defunto, e della regina madre; E così via, in una carrellata di immagini che vanno assaporate senza fretta, immagini che raccontano molto di più di un volto o di una storia personale di ognuno delle persone ritratte. Fotografie che messe insieme diventano un racconto corale di un Paese in crescita con un passato tragico e la speranza di un futuro migliore. Un Paese che mi ha portato indietro nel mio tempo, nella nostra Italia degli anni ’60, quando era nell’aria la certezza che il futuro sarebbe stato migliore e ogni incontro iniziava con un sorriso.
Istantanee dalla strada
On the road in Camargue
Wonderland in Venezia
Saintes Maries de la Mer
La festa gitana in Camargue.
Back to Top